AFFIDO CONDIVISO E SEPARAZIONE

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AFFIDO CONDIVISO E SEPARAZIONE

Il disegno di legge presentato dal senatore Pillon che vuole stravolgere l'attuale normativa sull'affido condiviso dei figli in caso di divorzio, ha suscitato un importante dibattito, sarebbe meglio dire sollevazione, nella società civile italiana e milanese, per voce spesso di donne e uomini che operano nell'ambito delle separazioni e del diritto di famiglia, di personalità politiche, di associazioni professionali, associazioni femminili, donne, allarmate/i tutti/e dei risvolti preoccupanti che esso potrebbe avere se approvato. 

La Conferenza delle Democratiche di Milano è stata molto attiva sulla questione. Abbiamo infatti organizzato quello che è stato forse il primo incontro  pubblico sull'argomento in città, in occasione della festa dell'Unità, il 22 settembre.

Il dibattito, che ho organizzato e moderato, aveva un duplice scopo: il primo era approfondire la conoscenza sul tema delle separazioni e divorzi e sugli effetti del D.D.L Pillon da vari angoli visuali; il secondo era riflettere come Democratiche su quali iniziative  prendere per contrastarlo. 

 Erano presenti al dibattito Andrea Catizone, responsabile del Dipartimento Pari Opportunità del Partito democratico nazionale ed avvocata esperta in diritto di famiglia, Massimo Clara, Avvocato attivo in tante importanti battaglie per i diritti civili, Caterina Delaini, avvocata in rappresentanza del CADMI - Casa di accoglienza donne maltrattate di Milano, Sergio Anastasia, psicoterapeuta che collabora con servizi di neuropsichiatria infantile, e la parlamentare europea Patrizia Toia. 

Molte e ricche le riflessioni emerse di cui cerco di evidenziare le più rilevanti: 

1. L'affido condiviso esiste già nell'attuale normativa, e viene riconosciuto nell'85% dei casi. Diversa questione la collocazione presso un genitore o l'altro, in genere la madre che è comunque quella che prevalentemente si occupa dei figli: essa non può essere stabilita come paritaria per "legge" a, con effetto "pacco postale" per i figli ed impraticabile anche solo se i genitori abitano in parti distanti di una città; deve bensì essere valutata caso per caso dal Giudice con attenzione all'interesse dei minori più che ai diritti dei genitori.

2. L'eliminazione dell'assegno di mantenimento dei figli sostituito da una divisione delle spese da decidere spesa per spesa incrementerebbe a dismisura la conflittualità fra i coniugi e sarebbe a chiaro svantaggio della parte più debole, in genere le donne, che hanno spesso rinunciato al lavoro o allo sviluppo professionale per curare i figli. Su questo ricordo che ai Servizi sociali si rivolgono  tante donne separate con figli in gravi difficoltà economica, perchè il marito non passa l'assegno di mantenimento, molto raramente uomini in difficoltà economica a causa della separazione. 

3. le donne vittime di violenza, che in genere è anche economica, sarebbero fortemente scoraggiate e intraprendere un percorso di fuoriuscita e separazione dal compagno violento, per il grave rischio di rimanere senza casa e senza mezzi per mantenere i figli; rischierebbero anche di perdere completamente l'affido dei figli, visto che il DDL prevede che  un figlio che non vuole incontrare un genitore, per qualunque motivo, debba essere collocato presso il genitore rifiutato o tutta al più in una comunità, comunque allontanato dal genitore di riferimento: i figli  che non vogliono vedere i genitori, nella mia lunga esperienza  sono spesso quelli che sono stati maltrattati, anche solo psicologicamente da un genitore, oppure che hanno assistito alla violenza nei confronti della madre. Infine sarebbero costrette ad una mediazione famigliare  che la convenzione di Istanbul, legge per l'Italia, proibisce nei casi di violenza.

4. La bi-genitorialità, tanto declamata dal DDL Pillon, è un concetto che non esiste nè da un punto di vista giuridico, nè psicologico. Ciò che esiste è la "genitorialità" che è la capacità di avere una relazione genitoriale fatta di amore, educazione, cura nei confronti dei figli.  Così come non esiste l'alienazione genitoriale: se è stata costruita una relazione positiva e significativa con i figli essa si mantiene, anche nelle situazioni più difficili. 

Nel dibattito che è seguito fra le Democratiche presenti, abbiamo convenuto della necesità di lavorare come protagoniste  insieme alle associazioni e alle realtà che si mobilitano contro il DDL, in particolare con il Comitato No Pillon che all'epoca dell'incontro stava muovendo i primi passi e di cui ci aveva parlato l'Avvocata Caterina Delaini. Inoltre è emersa la proposta di costruire grazie ai coordinamenti di zona delle democratiche,  una mobilitazione  capillare, con incontri, diffusione di informazione nei luoghi pubblici come i mercati, altre iniziative.

 Il secondo incontro si è svolto il 2 ottobre: la prima Assemblea del Comitato NoPillon, cui la Conferenza delle democratiche ha aderito.  

 Un incontro molto affollato e combattivo. Diversi interventi importanti  hanno spiegato le ragioni del NO al DDL PILLON, che fa male a bambine e bambine ed ha un chiaro carattere vendicativo di alcuni padri riuniti in lobby nei confronti delle donne e dei loro diritti; hanno parlato fra gli altri Emanuela Ulivi, presidente del Cadmi, Laura Boldrini, che ha richiamato le donne, 52 % della popolazione ad esercitare il proprio potere per tutelare diritti, conquiste e per migliorare la propria situazione;  Pierfrancesco Majorino, che ha ricordato come il tema della povertà dei padri, problema vero - e delle madri - in caso di separazione del nucleo famigliare, debba essere trattata con interventi sociali di sostegno al reddito e all'abitazione, non con leggi che di fatto avrebbero l'effetto di mettere in ulteriore difficoltà le donne, coniugi più deboli e povere. Sono intervenute avvocate, psicologi, un maestro, Paolo Limonta e tanti altri e altre. 

Ricordo in particolare le Pillole di Pillon , preparate da un gruppo di avvocate, fra cui Silvia Belloni, Simonetta D'amico, Paola Ponte, che in dieci punti sintetici sistematizzano le motivazioni del no. 

E soprattutto è stata occasione per lanciare la mobilitazione: iniziative diffuse nei territori in preparazione di una grande mobilitazione nazionale del 10 novembre, che si terrà in molte italiane. Io ci sono!

 

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6 October 2018