LE RADICI DELL'EUROPA

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LE RADICI DELL'EUROPA

Girando a piedi per i quartieri di Milano si ha l'opportunità di fare delle scoperte interessanti: giorni fa mi sono imbattuta in una targa, su una bella casa di via Poerio, la casa Rollier,.

La targa ricorda che in quella casa nell'agosto del 1943, in uno dei  momenti più tragici della guerra, 31 donne e uomini si riunirono in un congresso clandestino che durò due giorni, il 28 e il 29 agosto, e fondarono il Movimento federalista europeo (MFE), ispirato al Manifesto di Ventotene. Avrebbero dovuto essere 33, ma due furono arrestati circa un mese prima, mentre distribuivano un manifestino federalista, come ci ricorda il sito del MFE, con un appello a prepararsi alla guerra contro i nazisti. 

 ll Manifesto di Ventotene, considerato uno dei documenti fondativi dell'Unione Europea,  era stato scritto nel 1941 da Altiero Spinelli e Ernesto Rossi, concepito nel corso di lunghe discussione con  Eugenio Colorni e con la moglie Ursula Hirschman , durante il confino nell'isola di Ventotene. Queste persone, nel pieno della seconda guerra mondiale e perseguitati dal Regime fascista seppero concepire una visione del futuro dell'Europa di grande lungimiranza. Le nazioni europee avrebbero potuto risollevarsi dalla guerra e dal totalitarismi se avessero costruito un'Europa unita e federalista, superando i nazionalismi che l'avevano trascinata nella guerra e nelle dittature. Un'Europa socialista fondata sulla democrazia, sull'uguaglianza e sulla solidarietà  sociale.  

"Oggi si cercano e si incontrano, cominciando a tessere la trama del  futuro, coloro che hanno scorto i motivi dell’attuale crisi della  civiltà europea, e che perciò raccolgono l’eredità di tutti i movimenti  di elevazione dell’umanità, naufragati per incomprensione del fine da  raggiungere o dei mezzi come raggiungerlo.

La via da percorrere non è facile né sicura, ma deve essere percorsa e lo sarà.

Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni"

Così concludevano il manifesto, che fu stampato e diffuso clandestinamente. 

Il MFE  partecipò alla resistenza armata italiana, durante la quale morirono 3 dei suoi fondatori, si collegò già durante la guerra a gruppi federalisti europei e dopo la guerra contribuì alla nascita del Movimento Europeo, che raccoglieva movimenti, partiti, sindacati, associazioni culturali euopeistiche. Promosse inoltre la formazione di intergruppi federalisti alla Camera dei Deputati e al Senato, di cui il primo presidente fu Ferruccio Parri. ( cfr.Sergio Pistone sul numero 2-3/2013 de Il Federalista.)

Questi i nomi delle donne e degli uomini che si riunirono nella casa Rollier e progettarono quello che sarebbe diventato il nostro futuro, ricordati da Sergio Pistone nell'articolo sopra citato:

Arialdo Banfi, Giangio Banfi, Ludovico Belgioioso, Giorgio  Braccialarghe, Arturo Buleghin, Lisli Carini Basso, Vindice Cavallera,  Eugenio Colorni, Ugo Cristofoletti, Alberto Damiani, Vittorio Foa,  Giovanni Gallo Granchielli, don Ernesto Gilardi, Leone Ginzburg, Enrico  Giussani, Ursula Hirschman, Willy Jervis, Elena Moncalvi Banfi, Guido  Morpurgo Tagliabue, Alberto Mortara, Bruno Quarti, Dino Roberto, Mario  Alberto Rollier, Ada Rossi, Ernesto Rossi, Manlio Rossi Doria, Altiero  Spinelli, Fiorella Spinelli, Gigliola Spinelli, Franco Venturi, Luisa  Villani Usellini. Mancarono all’appuntamento Guglielmo Usellini e Cerilo  Spinelli perché erano stati arrestati tra la fine di luglio e l’inizio  di agosto mentre distribuivano un volantino federalista contenente  l’appello a prepararsi alla guerra contro i nazisti. Ginzburg, Colorni e Jervis morirono nella guerra partigiana. 

Infinita gratitudine a queste persone coraggiose che seppero vedere così lontano in uno dei momenti più bui per l'Europa e per l'Italia; e l'impegno afinché il sogno Euopeo così come fu allora concepito, oggi messo pericolosamente in discussione da una ripresa dei nazionalismi, si realizzi compiutamente.





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22 April 2018