DONNE O MAMME?

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DONNE O MAMME?

Il Partito Democratico sta proponendo nell'agenda politica il tema delle "Mamme"; esso è stato citato dal segretario, Matteo Renzi come centrale insieme a lavoro e casa; nonostante le numerose critiche arrivate dall'area femminile e femminista del PD è stato riproposto nel Forum Nazionale PD - Italia - 2020, con il tavolo tematico Lavoro, casa, mamme, cui ho partecipato il 30 giugno, coordinato da Tommaso  Nannicini. E ora fra i 40 dipartimenti del PD, c'è anche il Dipartimento Mamme.

Nel corso del Forum l'intervento, della blogger e femminista Simona Sforza, ha radicalmente contestato tale "slogan", come qualcosa che guarda indietro, e vuole creare una categoria, quella delle mamme evitando di parlare del ben più ampio tema delle donne.

Mi ha molto colpito la reazione di una parte del pubblico femminile, che ha contestato apertamente tali affermazioni, fino a cercare quasi di zittirla. Successivamente è intervenuta la Vice-Ministro allo sviluppo economico Teresa Bellanova, che ha rivendicato la bontà della scelta di tale termine, perché a suo parere,  significa mettere al centro il problema delle mamme, le più fragili fra le donne, che spesso perdono il lavoro perché mamme; e ha sottolineato l'urgenza di promuovere servizi a loro sostegno; anzi, proprio le discussioni che esso suscita rafforzerebbero la scelta giusta e provocatoria della parola e di ciò che vuole rappresentare.

E' indubbiamente vero che le madri sono particolarmente fragili e ben vengano tutti i servizi e gli aiuti che possono facilitare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Ma mi sono chiesta se davvero si aiutano di più le donne con figli piccoli se si centra l'attenzione politica sulle MAMME.

La mamme sono fragili perché sono donne: nessun padre, quandanche avesse 9 figli, rischierebbe il posto di lavoro per questa ragione. Tale fragilità ha la sua radice nella disuguaglianza fra uomini e donne, disuguaglianza economica, culturale, politica, di potere, come  si può rilevare dal  Global Gender Gap del World Economic Forum , che pone l'Italia al 50 posto nella graduatoria generale e al 117 in quella relativa alla partecipazione economica (su 144 nazioni). E nella conseguente divisione del lavoro di cura e di riproduzione, che pesa quasi completamente sulle spalle delle donne, in percentuali che in Europa hanno pochi eguali. 

Ma i figli hanno sia un padre che una madre; e allora se si parla solo di Mamme, si dimentica la genitorialità condivisa, essenziale per andare oltre gli interventi parziali.

In questa prospettiva diventano importanti allora misure come i Congedi di paternità obbligatori ed esclusivi, per periodi adeguati, che nei paesi nei quali sono stati sperimentati hanno contribuito a scalzare sia nella cultura aziendale che in quella maschile il considerare la maternità come costo e la genitorialità come faccenda di donne; e soprattuto hanno permesso a molti uomini di scoprire la bellezza dell'accudimento di una figlia o un figlio.

Le donne, prima di diventare mamme sono state studentesse: nella scuola e nell'Università hanno spesso conseguito risultati migliori dei colleghi maschi: ma quando entrano nel ,mondo del lavoro si scontrano con la discriminazione: vengono pagate meno, come rilevano i dati di  Alma Laurea, sono più precarie, hanno sviluppi di carriera più lenti a parità o superiorità di capacità: un immenso spreco di talenti che la nostra società e la nostra economia non si possono più permettere.

Può accadere anche di peggio sulla strada accidentata delle donne e delle mamme nel mondo del lavoro: molte subiscono o assistono a espisodi di molestie sessuali, a volte solo verbali altre volte anche più pesanti, da parte di colleghi e più spesso capi. E quando denunciano questi episodi, come ci dicono le Consigliere di parità che le assistono, sono loro che vengono spostate o licenziate. Fino ai casi estremi delle braccianti agricole rumene in  alcune zone della Sicilia, che non solo ricevono paghe da fame, ma subiscono anche la violenza sessuale dei padroni, fenomeno  che prosegue nel silenzio generale, nonostante articoli di giornali e interrogazioni parlamentari. 

Le donne nonostante questo proseguono nella loro strada di emancipazione e diventano lavoratrici, professioniste, politiche. 

Ad alcune può accadere tuttavia di incontrare uno Stalker, ex partner o conoscente; e può accadere che denuncino il persecutore per due volte e che tutte e due le volte le denunce vengano archiviate lasciando la donna sola. E di conseguenza il persecutore le ammazza; parlo di  un caso di cronaca di qualche tempo fa accaduto a Teramo. Il capo della polizia ha commentato, con una dichiarazione sostanziale di impotenza dicendo che non "possiamo  arrestare tutti gli stalker" : vero, ma possiamo  proteggere le donne che chiedono aiuto, come ha fatto invano la dottoressa di Teramo; non bastano i pur importanti ed essenziali finanziamenti alle reti e ai centri antiviolenza del Dipartimento per le pari opportunità; non sono sufficienti neppure le leggi, che pure ci sono;  è necessaria una formazione approfondita e capillare a Forze dell'ordine, magistrati, medici, operatori sociali, che devono sviluppare la capacità di vedere ed ascolare le donne che chiedono o hanno bisogno di aiuto per fermare i 2/3 femminicidi a settimana, come sottolinea  il Procuratore Fabio Roia

Queste sono solo alcune delle problematiche che toccano le donne, che siano madri o meno. Problemi che riguardano l'economia, il lavoro, la sicurezza, la giustizia, l'istruzione. Per promuovere uguaglianza sostanziale, per fare salire l'Italia dal 50 posto del Gender Gap e dal 117 della Partecipazione economica, è necessario proporre azioni  strategiche complessive che promuovano la parità di uomini e donne in tutte le aeree di intervento politico nazionali, regionali e locali secondo la prospettiva del Mainstreaming di genere promosso dalle Nazioni Unite e dall'Unione Europea. 

Un buon punto di partenza per la loro elaborazione è l'impegno strategico dell'Unione Europea , che verte su 5   cinque settori prioritari: 

(Qui il Link al documento completo in Inglese: Strategic engagment for gender equality: 2016-2019 )

In conclusione non aiutiamo davvero le  MAMME se non alziamo lo sguardo alle DONNE, alla disuguaglianza ed alla discriminazione di genere ed a politiche che promuovano la parità. E non aiutiamo davvero nemmeno i padri, gli uomini, la società italiana che dall'uguaglianza guadagnerebbe in benessere sociale, economico, e in felicità. 


 




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1 July 2017