L'8 Marzo o Lotto Marzo?

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L'8 Marzo o Lotto Marzo?

Trenitalia  in occasione dell’8 marzo offre una caramella a tutte le donne che viaggiano in executive, un supermercato regala un detersivo per i piatti e dei fascio-leghisti di Crotone organizzano una manifestazione e pubblicano un manifesto indecente per insegnare a noi donne che la nostra dignità è difesa da chi  promuove il nostro ritorno fra le mura domestiche a tutelare la vita e la famiglia e senza troppa autodeterminazione. 

Dunque c’è stato nel corso degli anni uno scivolamento di significato dell’8 marzo da Giornata per la parità delle donne a Festa delle donne, spesso contro le donne stesse.

La ricorrenza è nata infatti come Giornata internazionale di lotta per la parità delle donne. Le sue radici sono nei movimenti di donne socialiste dell’inizio del secolo scorso, come si può leggere in una documentata voce di Wikipedia.

Negli anni ‘70, con la nascita del movimento femminista, l’8 marzo – fino ad allora celebrato in Italia principalmente dall’Unione Donne Italiane, divenne una giornata di lotta e di manifestazioni nelle piazze di tutta Italia;  così come accadeva in quel periodo in molti paesi del mondo.

Poi con il declino dell’attivismo del movimento femminista c’è stato lo scivolamento di senso, che ha percorso la fine degli anni 80 ed è arrivata fino ad oggi. 

Certo c’è sempre stato un altro 8 marzo, non meno importante, quello dei tanti incontri sul tema dei diritti delle donne, della disparità, della diseguaglianza, ma si è tuttavia persa quella carica di lotta che esso aveva acquisito negli anni '70 del secolo scorso. 

In questi ultimi anni assistiamo tuttavia ad una svolta: accanto alla deriva della “Festa della donna”, nella quale chi magari sul lavoro discrimina le donne, fa trovare loro una mimosa sulla scrivania, è rinato un filone di lotta; esso si è innestato sulla crescente consapevolezza a livello mondiale, che violenza di genere, disparità sul lavoro e nei carichi di cura e di riproduzione, squilibri di potere a tutti i livelli non sono più tollerabili e possono essere superati solo se le donne riprendono in mano le battaglie femministe per la parità. 

Dal 2017 questo si è concretizzato nello Sciopero globale e internazionale delle donne, promosso da varie associazioni femministe in tutto il mondo; il primo anno esso si è svolto in 46 paesi,  nel  2018 in  70. Lo sciopero  si articola con modalità differenti in ogni paese, spesso con manifestazioni nelle strade e con incontri di confronto ed elaborazione politica delle donne.  

Obbiettivi  centrali sono la lotta alla violenza di genere, la libertà riproduttiva (diritto all’autodeterminazione, all’interruzione volontaria della gravidanza, alla contraccezione), la parità in ambito produttivo, la condivisione ed il riconoscimento del lavoro riproduttivo (lavoro di cura in ambito famigliare). Essi si articolano poi in specifici obbiettivi nazionali. 

In Italia lo Sciopero globale transfemminista è organizzato dalla rete Non Una di meno. E’ sato sostenuto sin dal 2017 da varie sigle sindacali di base, il che ha permesso alle donne di scioperare. Al contrario i Sindacati confederali non hanno aderito, ad eccezione di alcune federazioni locali. 

In Spagna invece nel 2018 le principali confederazioni sindacali hanno indetto uno sciopero di due ore e molte importanti esponenti politiche della sinistra, come la Sindaca di Madrid  Manuela Carmena e la Sindaca di Barcellona  Ada Colau, hanno appoggiato lo Sciopero internazionale globale delle donne: più di  5 milioni di persone hanno aderito allo sciopero e manifestato in tutta la Spagna contro la cultura machista.


Slogan centrale dello sciopero dell'8 marzo 2019 in Italia e in tutto il mondo è: Se non contiamo noi scioperiamo e il mondo si ferma. Esso, come scrivono le donne di Non una di meno è uno sciopero dal lavoro produttivo e riproduttivo (dunque anche dal lavoro di cura), uno sciopero dal consumo, uno sciopero dei e dai generi, che significa praticare  la liberazione di tutte le soggettività e l’affermazione del diritto all’autodeterminazione sui propri corpi. Numerosi gli obbiettivi dello sciopero; contro la violenza alle donne, contro l’ascesa delle destre reazionarie che in tutto il mondo e in Italia, attaccano le libertà delle donne, contro le politiche del Governo giallo verde, contro la legge Pillon e gli attacchi all’”ideologia di genere” , per un welfare universale, per l’aborto sicuro, per la condivisione del lavoro riproduttivo e di cura. 

Come negli anni precedenti sono state organizzate presidi, manifestazioni e momenti di condivisione e riflessione politica nelle piazze di più di 40 città d'Italia. 

Questa marea montante di donne che protestano e scioperano in Italia e nel mondo sono un movimento potente che rivendica la libertà e la parità e combatte patriarcato, razzismo, disuguaglianza delle donne tutte le discriminazioni: una risposta molto significativa a chi vuole depotenziare la giornata della donna trasformandola in festa delle mimose, dei detersivi e delle caramelle,   o, ancora peggio, come hanno cercato di fare i leghisti di Crotone spudoratamente, ma molti altri più subdolamente, ne rovesciano il significato nella celebrazione del ruolo subalterno e tradizionale della donna. 

Io penso che la Conferenza delle democratiche ed il Partito Democratico,  dovranno confrontarsi sia con le istanze affermate da Non una di meno,  sia con questa modalità di celebrazione della giornata, uno sciopero internazionale per rivendicare gli obbiettivi della parità e della lotta alla cultura patriarcale: tanto più in questa fase di svolta e di rinnovamento del PD nel quale le politiche paritarie stanno acquistando centralità, la cultura della differenza entra nei programmi del partito e la parola femminismo viene sdoganata.

Anche i Sindacati Confederali dovrebbero riconsiderare la loro partecipazione allo sciopero Globale, pur nel rispetto della rispettiva autonomia del Sindacato e dei movimenti femministi: perché  le battaglie per la parità delle donne sono irrinunciabili per un Sindacato che vuole essere in sintonia con il 50% del paese. 

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7 March 2019